Pinocchio in tutte le lingue del mondo
XIV Settimana della lingua italiana nel mondo
Consolato Generale d'Italia a Gedda
26
ottobre - 4 novembre 2014
@MarcoPolo_Pinocchio
a Gedda

Blog di Maristella Tagliaferro

    

Share
@MarcoPolo_Pinocchio a Gedda

Domenica 26 ottobre - ore 20
presso la
Sezione Culturale del
Consolato Generale d'Italia
in Gedda:
C.I.C.E.R.

Pinocchio
in tutte
 le lingue del mondo
con la partecipazione della
Scuola Italiana di Gedda

Serata Pinocchio a Gedda

Copione della Recita
"Le avventure di Pinocchio"


Traduzioni delle ultime righe
del Capitolo XXXV

inviate dai ragazzi -
della Scuola Italiana di Gedda

Lazeqeyyah Street
Bagdadiah District
Jeddah  

Pinocchio-Film-tv


Partecipazione online

Righe Comuni
dal Capitolo XXXII


Lingue Straniere
Malese
Russo
Francese
Cinese mandarino (Malesia)
Tedesco
Catalano
Latino
Gaelico-Irlandese

Taliàn Veneto-Brasiliano

Lingue Locali/Dialetti
FrancoProvenzale
Saluzzese (Cn)
Genovese
Spezzino
Bergamasco
Milanese
Mantovano
Ostigliese (Mn)
Friulano
Friulano (Ud)
Bisiàc (Go)
Triestino
Veronese
Padovano
Ciosoto (Ve)
Goranto (Fe)
Ferrarese
Carrarino
Romanesco
Tiburtino (Roma)
Napoletano
Procidano (Na)
Materano
Montalbano Jonico (Mt)
Rotondellese (Mt)
Coratino (Ba)
Molfettese (Ba)
Squinzanese (Le)
Geracese (Rc)
Grecanico (Rc)
Reggino
Partinicese (Pa)
Catanese
Campidanese (Ca)

Mappa


Audioteca
Videoteca
 

 

Asinelli
di Debora Serrentino
 
 

 

INVIO TRADUZIONI
entro domenica
 16 novembre

via :
marcopolo.citta@gmail.com

via  :
@MarcoPolo_Pinocchio
 a Gedda

oppure in Gruppo Adotta_Tradotto

 

 

 

@MarcoPolo_Pinocchio
a Roma


Righe in lingue straniere
Righe in lingue locali
Capitoli

 




 


Anche il TALI
ÀN a @MarcoPolo_Pinocchio
di Maristella Tagliaferro

È con grande emozione che pubblichiamo la traduzione in TALIÀN di Darcy Loss Luzzato, arrivata grazie a Ettore Beggiato.
Cos'
è il TALIÀN? La prima lingua minoritaria ufficialmente riconosciuta dal governo federale del Brasile il 18 novembre 2014 - come spiega l'articolo di Beggiato che pubblichiamo in coda.
A quanto ne so, si tratta della prima lingua originata nella nostra penisola che viene riconosciuta ufficialmente come Patrimonio di un altro Paese in epoca moderna, e non per occupazione coloniale.
Perciò abbiamo deciso di dedicarle una pagina a sé: troppo difficile decidere se elencarla tra le lingue straniere o le lingue locali/dialetti.
La mia emozione nasce dai suoi suoni:
è Veneto, uno splendido Veneto!
Confrontando le numerose traduzioni arrivate per @MarcoPolo_Pinocchio a
Gedda, la lingua che somiglia di pi
ù al mio veronese è proprio il Taliàn di Luzzato. È la lingua portata dagli emigranti veneti in tre Stati del sud (Rio Grande do Sul, Paranà, Santa Catarina) a partire dal lontano 1875, quando l'impoverimento della mia terra seguito all'annessione all'Italia costrinse tanti a cercare altrove di che sfamarsi. Una lingua che segna una vera e propria identità culturale, tanto che alcuni loro discendenti, durante la seconda guerra mondiale, subirono persino la carcerazione solo perché sapevano parlare esclusivamente Taliàn.
Una storia di sacrifici e sofferenza, ma anche di cultura,
creatività, allegria e soprattutto di vitalità che tante/i ragazze/i del Veneto stanno ripercorrendo in questo travagliato inizio del 21* secolo, spesso trovando lavoro e supporto proprio grazie alle Associazioni dei Veneti nel Mondo.
L'esodo, purtroppo,
è ricominciato, come denunciava qualche settimana fa il "Corriere del Veneto"
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2014/27-ottobre-2014/esodo-veneti-nuovi-migranti-230421229070.shtml

Taliàn - Rio Grande do Sul - Brasile di Darcy Loss Luzzatto

– Fame sparir na coriosità, caro Lucìgnolo:
No gheto mai sofresto de malatia dele récie?
– Mai, e ti?
– Mai! Però de sta matina in vanti go na récia che me spàsema.
– Go el medésimo mal anca mi.
– Anca ti?... Quala zela la récia che te fa mal?
– Tute due. E ti?
– Tute due. Sarala la stessa malatia?
– Go paura de si!
– Vuto farme un piasser, Lucìgnolo?
– Volintiere! Lo farò de gusto.
– Me àssito veder le to récie?
– Parché nò?
Ma prima vui veder le tue, caro Pinòchio.
– Nò: El primo te devi esser ti.
– Nò, belo! Prima ti e dopo mi!
– Va ben, – ga dito alora el buratin – femo un pato de boni amissi.
– Dime come sarà sto pato.
– Se levemo su le barete ntel medésimo tempo: acètito?
– Aceto.
– Alora, atenti!
E Pinòchio el ga scominsià a contar in alta vose:
– Un! Due! Trè! –
Col ga dito la parola trè, i due tosi i ga ciapà le so barete e i le ga butade par ària.
E alora sucede una sena, che la pararia incredìbile, se no la fusse vera.
Sucede, alora, che Pinòchio e Lucìgnolo, quando i ga visto che ambi due i sofriva dela medésima malatia, invesse de restar stufi e cativi, co i se ga incorti che i gaveva le récie cossì grande, fora de misura, i ga scominsià a far dei estri e gesti ridìcoli, e, par fin, i ga dato una bela ridada.

Nota
Me ga tocà cambiar serte parole, parché no gavemo in taliàn le stesse parole del italiano. Spero che la vaga ben cossita. Un strucon, Luzzatto.


Asinelli di Debora Serrentino
 

Il governo brasiliano riconosce il TALIÀN (veneto-brasiliano)
di Ettore Beggiato
Cittadino onorario di Serafina Correa (Rio Grande do Sul)

Martedì 18 novembre 2014 nella città di Foz de Iguazu, il ministro federale della cultura del Brasile Marta Suplicy, ha riconosciuto ufficialmente il taliàn (o veneto-brasiliano)  come Patrimonio Culturale Immateriale del Brasile; il taliàn è la prima lingua minoritaria brasiliana a cui viene dato questo riconoscimento.
Lo comunica Paulo Massolini, presidente della FIBRA (Federazione delle Associazioni Italo-Brasiliane del Rio Grande do Sul), ma soprattutto artefice del movimento per il riconoscimento del
taliàn che da oltre venti anni è promotore di svariate iniziative per la tutela, la valorizzazione e il riconoscimento del taliàn.
Commosso, Paulo Massolini, chirurgo di lontane origini vicentine, dedica questo riconoscimento alla straordinaria figura di Padre Rovilio Costa, vero e proprio monumento della cultura taliana, instancabile studioso, editore, animatore delle comunit
à presenti nei tre stati meridionali del Brasile (Rio Grande do Sul, Paranà, Santa Catarina) mancato cinque anni fa.

Padre Rovilio Costa disse:
Solo il taliàn è in grado di tradurre la nostra esperienza di immigrazione, il nostro amore per la famiglia e il lavoro.
Ma come si pu
ò definire EL TALIÀN? Gli studiosi definiscono el taliàn (o veneto-brasiliano), l'ultima lingua neo-latina conosciuta, singolare koinè su base veneto-centrale nella quale si innestano termini brasiliani; una lingua "viva", usata quotidianamente sul lavoro o all'università, per scrivere canzoni e poesie, in teatro, alla radio o alla TV.
Ecco come la descrive Darcy Loss Luzzatto autore di un
vocabolario "Brasiliano-Taliàn" di oltre ottocento pagine:
"I nostri vecii, co i ze rivadi, oriundi de i pi difarenti posti del Nord d'Italia, i se ga portadi adrio no solche la fameia e i pochi trapei che i gaveva de suo, ma anca la soa parlada, le soe abitudini, la soa fede, la so maniera de essar.... Qua, metesti tuti insieme, par farse capir un co l'altro, par forsa ghe ga toc
à mescolar su i soi dialeti d'origine e, cossita, pianpian ghe ze nassesto sta nova lengua, pi veneta che altro, parchè i veneti i zera la magioranza, el talian o Veneto brasilian."
Nel vocabolario troviamo, per esempio, un termine praticamente intraducibile in italiano, ma che i veneti conosconono benissimo
freschin: in brasiliano diventa
"odor desagradavel" e per spiegarlo meglio l'amico Darcy aggiunge un "Che bira zela questa? La sa de freschin!" che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni...
La procedura per il riconoscimento era partita dal Comune di Serafina Correa, ove il consigliere Paulo Massolini aveva fatto approvare, il 13 novembre 2009, una legge comunale nella quale il "taliàn" viene dichiarato lingua "co-oficial" del comune; a Serafina Correa (Rio Grande do Sul) fin dal 18 luglio 1988 il taliàn è lingua ufficiale nella fiera che si tiene nell'ultima settimana di luglio.
È straordinario come i discendenti di quei veneti che partirono nel lontanissimo 1875 (in seguito alle disastrose condizioni nelle quali il Veneto si era venuto a trovare dopo l'annessione all'Italia) abbiano conservato un simile patrimonio di
lingua, cultura, civiltà; ed è ancora più incredibile se pensiamo che, durante la seconda guerra mondiale il "taliàn" venne proibito dall'allora dittatore Getullio Vargas.
Il Brasile entr
ò in guerra a fianco degli alleati e proibì sia l'uso del taliàn che del tedesco; diversi emigranti finirono in carcere e la loro non fu una sfida politica ma l'impossibilità di parlare un'altra lingua che non fosse il "taliàn"; ma nonostante questo la lingua dei veneti del Brasile ne è uscita più forte e più viva che mai.
Un altro pericolo per la lingua dei veneti "de l
à de l'oceano" è costituito da quei docenti che partono dall'Italia con l'obiettivo di portare la lingua italiana "grammaticale" come viene da loro chiamata.

Ecco quanto denunciava sempre Padre Rovilio Costa, un messaggio chiaro e senza fronzoli, diretto a chi arriva dall'Italia e dal Veneto:
"Prima de tuto, che i italiani, sia veneti o de altre region, i vegna in Brasil rispetando la nostra cultura taliana, la nostra lengua che la ze el taliàn, no par imporre el so modo de veder e de far".
Fortunatamente le cose stanno cambiando anche qui, e recentemente una giovane linguista, Giorgia Miazzo ha dato alle stampe un prezioso cofanetto composto da due volumi,
Scoprendo il taliàn e Cantando in taliàn,  alla scoperta di una lingua e di una cultura che unisce indissolubilmente il contesto veneto con quello brasiliano.   
Lascio la conclusione a  Darcy Loss Luzzatto, a una sua poesia che dovrebbe essere diffusa nel nostro Veneto, dove scandalosamente c'
è gente che si vergogna di parlare la lingua veneta, soprattutto nelle nostre scuole:
"Com'è bela 'a nostra lengua, com'è melodiosa. E poetica. Basta parlada con orgolio 
e alegria, mai con paura o co la boca streta e vergognosa.
E si con onor, con tanto tanto amor e simpatia".