21 Marzo - 21 Dicembre 2015
Canti Dante 750
      Traduzione di brevi estratti
 

          Inferno - Canto I - V - XXVI
              Purgatorio -
Canto VI
             Paradiso -
Canto XXXIII

         
Paradis
o - Canto XXXIII
                         versi 141-145

                  A l'alta fantasia qui mancò possa;
                  ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
                  sì come rota ch'igualmente è mossa,
                   l'amor che move il sole e l'altre stelle.

Illustrazione di Francesco Scaramuzza - Archivio Alinari

 

Traduzioni permanenti: Singoli capitoli del Pinocchio di C. Collodi  -  Singole "Città invisibili" di I. Calvino                                                                adotta.tradotto@gmail.com

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Divina Commedia-HD  

Paradiso - Canto XXXIII, versi 141-145

A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'amor che move il sole e l'altre stelle.
 

   Canti Dante 750  
 Traduzione  multilingue

 

Paradiso Canto XXXIII
versi 142-145

 


A l'alta fantasia qui manco possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'amor che move il sole e l'altre stelle.

 

 

Illustrazione di G. Doré - Eaborazione online
Inviare le traduzioni entro il 30 giugno 2015
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Canti Dante 750

Paradiso - Canto XXXIII, versi 100-145

A quella luce cotal si diventa,
che volgersi da lei per altro aspetto
è impossibil che mai si consenta; 102
però che 'l ben, ch'è del volere obietto,
tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella
è defettivo ciò ch'è lì perfetto. 105

Omai sarà più corta mia favella,
pur a quel ch'io ricordo, che d'un fante
che bagni ancor la lingua a la mammella. 108
Non perché più ch'un semplice sembiante
fosse nel vivo lume ch'io mirava,
che tal è sempre qual s'era davante; 111
ma per la vista che s'avvalorava
in me guardando, una sola parvenza,
mutandom'io, a me si travagliava. 114
Ne la profonda e chiara sussistenza
de l'alto lume parvermi tre giri
di tre colori e d'una contenenza; 117
e l'un da l'altro come iri da iri
parea reflesso, e 'l terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiri. 120

Oh quanto è corto il dire e come fioco
al mio concetto! e questo, a quel ch'i' vidi,
è tanto, che non basta a dicer 'poco'. 123
O luce etterna che sola in te sidi,
sola t'intendi, e da te intelletta
e intendente te ami e arridi! 126

Quella circulazion che sì concetta
pareva in te come lume reflesso,
da li occhi miei alquanto circunspetta, 129
dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che 'l mio viso in lei tutto era messo. 132

Qual è 'l geomètra che tutto s'affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond'elli indige, 135
tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s'indova; 138
ma non eran da ciò le proprie penne:
se non che la mia mente fu percossa
da un fulgore in che sua voglia venne. 141

A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'amor che move il sole e l'altre stelle. 145