2015
Canti Dante 750
            Traduzione in
                                          lingue straniere e  locali/dialetti

 

Inferno - Canto XXVI
versi 118-120

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
 ma per seguir virtute e canoscenza
.

 

 

 

  

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RIGHE OPZIONALI

Inferno - Canto XXVI, versi 112-142
 

      "O frati", dissi "che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia    114
      d’i nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.     117
      Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
            ma per seguir virtute e canoscenza
".      120
      Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;       123
      e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.     126
      Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte e ’l nostro tanto basso,
che non surgea fuor del marin suolo.     129
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che ’ntrati eravam ne l’alto passo,  132
      quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avea alcuna.     135
      Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto,
ché de la nova terra un turbo nacque,
e percosse del legno il primo canto.  138
      Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’altrui piacque,
      infin che ’l mar fu sovra noi richiuso».  142